Cultura

La chiesa di Sant'Ambrogio

La chiesa di Sant'Ambrogio, monumento storico di grande valore, appare in un testamento del 1387. La tradizione locale attribuisce le origini a tempi più remoti, ma gli elementi architettonici e decorativi sembrano dimostrare che l'inizio della costruzione attuale non dovrebbe essere anteriore al 1200.

È una delle chiese più antiche del Cantone, sorge su un poggio sotto il paese e domina tutta la zona del piano offrendo al visitatore un buon colpo d'occhio sui golfi di Lugano e di Agno.

Nel maggio 1906 vennero scoperti i primi affreschi sul lato destro dell'attuale porta d'ingresso, che fanno parte dell'"Inferno" e del "Giudizio universale".

 

Nella foto: Parete sud

Essi destano meraviglia per la finezza d'esecuzione e per il colorito,  originalissimi, sulla maniera del 400, sebbene potrebbero essere di epoca più tarda. Del medesimo periodo fanno pure parte gli affreschi siti sul lato sinistro della porta nonché quello rappresentante "la Crocifissione". Nel settembre 1915 la chiesa venne dichiarata monumento storico e nel 1919 una forte nevicata fece crollare una parte del tetto e delle volte. L'abside della chiesetta romanica conserva i resti di una decorazione contemporanea probabilmente a quelle di Rovio e Camignolo. Le figure degli Apostoli  con al centro la Vergine e angeli sopra le due  finestrelle ad arco rotondo, allineate sotto il Cristo in Gloria, con i colori molto vivaci, filettature rosse, azzurre e grigie suggeriscono uno spiccato carattere bizantineggiante.

 

Nella foto: abside romanica

Dalle origini ai giorni nostri la chiesa ha subito innumerevoli cambiamenti che ne hanno mutato la struttura architettonica primitiva. Il restauro appena ultimato è stato impostato per far sì che si possano ripercorrere tutte le varie fasi degli interventi sia dal profilo architettonico che dal profilo storico-artistico, nonché per donare al monumento la sua integrità funzionale sia dal punto di vista culturale sia dal punto di vista liturgico.

 

Nella foto: coro barocco

Il restauro

Dall'ultimo intervento strutturale avvenuto tra il 1670 e il 1702 si sono susseguite numerose opere di manutenzione ordinaria e straordinaria. Nel 1919 si è provveduto al parziale rifacimento del tetto. I primi lavori di restauro iniziati nel 1950 e conclusi nel 1957 sotto la direzione dell'Arch. Giovannini  contribuirono alla scoperta dei cicli pittorici attualmente visibili, per la cui salvaguardia diedero la loro importante consulenza l'Arch. Reggiori e il pittore Moglia. Moglia eseguì il restauro pittorico.

L'ultimo intervento, iniziato nel 1998 e conclusosi nel 2004, curato dall'Arch. Carloni per la parte storico-architettonica e dallo staff di restauro del Consorzio Gilardi-Napoli per la parte pittorica, permette al visitatore una lettura completa della storia dell'edificio. Numerose sono state le difficoltà incontrate, ma tutte sono state superate grazie alla professionalità delle maestranze che hanno operato e alle quali vada il più sentito plauso.

Giovannino Guareschi

Cademario può sicuramente essere inserito fra i pochi e fortunati Comuni che hanno avuto l'onore e il privilegio di ospitare personaggi famosi.

Questo, che è certamente motivo di orgoglio, non deve però essere interpretato come vanto oltre misura. Quando Giovanni Guareschi scelse come sua seconda dimora il nostro villaggio, lo fece con modestia e semplicità, con lo scopo di trovarvi la stessa vita autentica e genuina, ricca di tradizione, che costituiva il suo mondo.

Fino al 1968 lo si è visto camminare sulle nostre strade, sui nostri sentieri, parlare con la nostra gente, come se fosse sempre stato uno di noi; ancora oggi i figli e i nipoti continuano la sua volontà di partecipare alla vita del villaggio, tanto da essere considerati in tutto e per tutto ormai cittadini di Cademario.

Per questo, e perché tutto questo non sia dimenticato, quando il gruppo promotore ha preso l'iniziativa di ricordare la presenza di Giovanni Guareschi a Cademario, il Municipio ha aderito con entusiasmo, con l'idea di testimoniare anche in seguito questo avvenimento.

 

Nella foto: Giovannino Guareschi

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